L’idea di realizzare UniRiMI, nasce dall’esigenza di creare un luogo formativo per offrire l’opportunità di approfondire il fenomeno delle mafie ed in particolare della ‘ndrangheta, sotto diversi aspetti: quello storico, antropologico, sociologico, ecclesiologico, oltre che giuridico ed economico.
Se è vero che la sfida per fronteggiare le mafie è innanzitutto culturale, è altrettanto vero che occorre creare dei “luoghi di sapere” che consentano una conoscenza con il metodo della ricerca scientifica, giornalistica e giuridica. Un sapere quanto più universale possibile, “da qui Università”, che coinvolga saperi diversi in continuo e fecondo dialogo tra di loro. Che sappiano mettersi in ascolto anche di quelle storie vissute dai Testimoni di giustizia, familiari delle vittime innocenti ed imprenditori coraggiosi che hanno saputo trasformare la loro sofferenza in “luoghi” di speranza diventando testimoni di bellezza.
Attraverso i Media si è quotidianamente tentati di lasciarsi trasportare dai luoghi comuni e dalle opinioni correnti che non solo allontanano dalla realtà mafiose in continuo mutamento, ma impediscono la formazione di quella coscienza critica che rende i cittadini sempre più responsabili della cosa pubblica. Capaci, quindi, di creare rete, di consumo critico, di pronunciare quei no secchi e decisi ad ogni forma di compromesso e di connivenze con il fenomeno criminale.
Per tale ragione si è deciso di realizzare all’interno degli immobili confiscati: